I am training with EpiCoaching Academy to become a Professional Coach, I experience coaching on a daily basis and it has a big impact on my life. I feel like it’s becoming a part of me, because coaching for me is not only a profession but a lifestyle and a mindset. As coaches we have to be Present in ourselves to be present for the client. For the coach it’s necessary to be open to the unknown and to be aligned with our life purpose.
For me, coaching is an art because it allows me to be sincerely and genuinely curious and open about my inner self and about the world around me. Through coaching, I have the opportunity to get in touch with my real and eternal Essence; as a consequence of this, I can spread good vibes and brightness around me. With coaching, I turn my weaknesses into my strengths. At first, I went through non-professional coaching and I immediately thought that coaching could be more than just taking actions or just some magical healing tips.
I couldn’t imagine myself as a coach because I thought that studying medicine was my purpose. Then I realized that there is a difference between life purpose, visions and effective possibilities. When I started to look for more information about coaching I found the International Coach Federation and I realized coaching was yet more than what I knew, so I searched for accredited training programs. For the first time, I listened to my instinct. And since then, I have never stopped doing it.
Professional coaching is about working at the Being level, not only at Doing level.
This approach starts from addressing the values of the clients and how they impact on their goals, on who they are and on the world around them. Only when you develop new awareness about yourself and new learnings about what is beyond your goal, then you can start thinking about creating an action plan that is aligned with who you really are.
Through professional coaching, I’m learning the importance of the words that we use. I am also learning that the verbs we use define who we are and who were are becoming.
The lesson I am learning is a universal lesson for every human being: we are both being and doing, but first of all, we are the expression of our thoughts, values, and beliefs. Being present to ourselves is one of the most valuable things in life, in fact, “present” means both presence and gift! Only by being present to my Self I can to turn my scars into gold cracks and my weaknesses into my biggest strengths.
Now I can share with you that I love the way my autistic brain functions and I love the way I explore the world through my wheelchair, even with rare and chronic health issues like the one that I have, because it is my own and unique way to live and to function now, in the present moment. I’m not successful despite my disabilities, but I am a whole human being and a successful coach thanks to all the parts of me, to all the things that I am.
All humans are unique, and when we deeply and truly accept it, we can embrace both our light and our shadow parts. Acceptance starts with you being aware that you cannot control your life. Instead, you can let your inner guide in charge and follow its precious guidance.
I want to use these new learning to fully embrace the coaching methodology adopted by ICF, which provides respect for the client both in a personal and in a professional way.
The client centered approach to coaching promoted by ICF considers the client whole and complete.
Every human being is seen as a creator of his own life and as a resourceful person. Coaching is not a relationship of support or help, but an partnership between peers, the coach and the client. It focuses on the growth and development of the person, so the coach, as a professional, does not offer solutions to problems and does not give advice.
The coach partners with the clients to recognize allow them to activate their inner resources in order to prioritize their wellbeing.
We all have the power over our decisions and we are all fully in charge of our success: we only need to take our responsibility to define what success means to us and to set sustainable goals aligned with our possibilities.
Be the leader of your own orchestra!
Watch Chiara’s interview at the RAI 3 – Italian national TV channel – weblink here (from min 29.25):
https://www.raiplay.it/video/2021/05/TGR-Il-Settimanale-del-29052021-9a15652b-fba5-46ef-942e-61105ba39315.html?wt_mc=2.www.fb.raiplay
Chiara’s links:
https://www.facebook.com/chiaralocococoach/
https://www.instagram.com/invites/contact/?i=s7k4tbdedsr2&utm_content=7j93cpl
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Essere il direttore della propria orchestra: come trasformo le mie cicatrici in crepe d’oro
Vivere il coaching quotidianamente in prima persona, prima da cliente ora da coach in formazione con EpiCoaching Academy, ha un grande impatto nella mia vita, perché sta diventando parte di me: il coaching non è per me solo una professione, ma uno stile di vita e un atteggiamento che si assume nei confronti di sé stessi e del mondo.
Come Coach essere presenti a noi stessi è essenziale al fine di essere presenti anche per i clienti.
Per essere coach è necessario essere aperti ad accogliere ciò che non conosciamo e a vivere allineati con il proprio scopo di vita.
Per me il coaching è arte perché fa emergere quella parte di me genuinamente curiosa e aperta nei confronti di me stessa e del mondo che mi circonda.
Attraverso il coaching ho l’opportunità di entrare in contatto con la mia essenza vera ed eterna; di conseguenza emano sempre più energie luminose che si irradiano nel mondo intorno a me. Con il coaching, imparo a trasformare le mie cicatrici in crepe d’oro.
Ho incontrato il coaching per la prima volta sotto forma di motivazione, esperienze di vita, consigli e guaritori magici. Ho immediatamente pensato che il coaching fosse qualcosa di più di un semplice business non regolamentato. Non mi sarei mai immaginata coach in un mio futuro perché credevo che fare il medico fosse il mio scopo di vita.
Poi ho realizzato che lo scopo della nostra vita è ben diverso dalle visioni e dalle possibilità.
Così ho cercato qualcosa che si avvicinasse ai miei valori e ho trovato l’International Coach Federation: mi sono resa conto che il ‘coaching professionale’ è qualcosa di più di ciò che avevo sperimentato sino ad allora: una professione alla cui base stanno il rispetto per l’essere umano e l’integrità.
Ho ascoltato il mio istinto e ho cercato un programma di formazione accreditato. Da quando ho agito così, dando ascolto al mio sé interiore, non ho più smesso di farlo!
Il coaching professionale promosso da ICF mi ha attratto e ha catturato il mio interesse attraverso il suo codice etico e le sue competenze, ma soprattutto ciò che ha consolidato il mio apprezzamento verso questa professione è che il coaching professionale è prima di tutto “essere”, non solo “fare”.
Essere Coach, non solo fare coaching.
L’approccio del coaching professionale di ICF parte dai valori più profondi, dall’impatto che i nostri obbiettivi possono avere su noi stessi e sul mondo, passando per le nuove consapevolezze e nuovi apprendimenti che emergono durante un percorso di coaching.
Solo allora, dopo aver scoperto cosa si cela dietro al desiderio di raggiungere un obiettivo, allora si può iniziare a pensare al piano d’azione. Perché ciò che è importante, è proprio agire consapevolmente.
Sto imparando a prestare più attenzione ai verbi e alle parole che uso, e questo credo che sia un insegnamento universale: siamo sia essenza che azione, ma prima di tutto, siamo l’espressione dei nostri pensieri, valori e credenze.
Essere presenti a sé stessi è una tra le più grandi ricchezze nella vita: in fondo, la parola “presente” significa sia “essere presente”, sia “regalo, dono”.
Solo con la mia totale Presenza sono in grado di trasformare le mie cicatrici in crepe d’oro e le sfide in allenamenti per mantenere il mio equilibrio e il mio benessere, sia esteriore che interiore.
Adesso amo come funziona il mio cervello autistico e amo il modo in cui faccio esperienza del mondo attraverso la mia sedia a rotelle.
Anche con i miei problemi di salute cronici e rari, il mio modo unico di affrontare la vita e di funzionare mi permettono di costruire il mio cammino luminoso.
Posso essere pianamente me stessa e costruire il mio successo non ‘nonostante le mie disabilità’, ma grazie ad ogni parte di me, incluse loro.
Ogni essere umano è unico, e quando impariamo ad accettarlo nel profondo, possiamo iniziare ad accogliere sia le nostre zone d’ombra che la nostra luce. L’accettazione inizia quando si è consapevoli di non avere tutto sotto controllo, ma di avere sempre la possibilità di lasciare la propria guida interiore al comando dei nostri pensieri e delle nostre scelte.
Voglio usare questi nuovi apprendimenti per incarnare completamente la metodologia adottata da ICF, che pone il cliente al centro: ogni individuo è completo e pienamente in grado di gestire efficacemente la propria vita e il proprio ambiente. Ogni essere umano è visto come pieno di risorse e come creatore della sua stessa vita.
Il coaching di ICF non è una professione che si basa sul supporto o sull’aiuto, piuttosto è una collaborazione paritaria – una partnership – tra il coach e il cliente. Si concentra principalmente sulla crescita e lo sviluppo della persona: il coach, in quanto professionista, non offre soluzioni ai problemi e non esplora il passato della persona, al contrario accompagna il cliente nel riconoscere i propri schemi di pensiero per attivare tutte le risorse interiori necessarie al conseguimento dell’obiettivo posto dal cliente stesso.
Tutti abbiamo il potere sulle nostre decisioni e sul nostro personale successo: sta a noi prenderci la responsabilità di definire cosa sia per noi il successo e rendere sostenibili gli obiettivi che ci poniamo.
Siate i direttori della vostra orchestra!
Guarda l’intervista a Chiara al link di RAI Play, nel servizio del settimanale TGR (dal min 29.25)
https://www.raiplay.it/video/2021/05/TGR-Il-Settimanale-del-29052021-9a15652b-fba5-46ef-942e-61105ba39315.html?wt_mc=2.www.fb.raiplay
I links di Chiara:
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